Via Crucis: ex detenuti e medici, la preghiera rompe il silenzio di San Pietro
Scritto da Valeria De Simone il 10 Aprile 2020
Via Crucis: le 14 meditazioni
«Mi sento Barabba, Pietro e Giuda nella stessa persona». «Mi sento la versione moderna del ladrone che a Cristo implora: “Ricordati di me!”». «Sogno di tornare un giorno a fidarmi dell’uomo. Di diventare un “cireneo” della gioia per qualcuno».
A rompere il silenzio, in una piazza San Pietro deserta, impotenza e fragilità, disperazione e solitudine, il peso della vergogna e dell’abbandono, ma anche barlumi di speranza, frammenti di amore e di misericordia. Sono le meditazioni della Via Crucis di questo Venerdì Santo che in maniera inedita, a causa dell’emergenza coronavirus, non si è svolta al Colosseo, tra la folla di fedeli, ma dal colonnato fino al sagrato della Basilica Vaticana, passando per l’obelisco.
Proposti dalla cappellania della Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova su invito di Papa Francesco, i testi, raccolti dal cappellano don Marco Pozza e dalla volontaria Tatiana Mario, sono stati scritti in prima persona quattordici persone, rimaste anonime.
Tra loro cinque persone detenute, una famiglia vittima per un reato di omicidio, la figlia di un uomo condannato alla pena dell’ergastolo. E ancora un’educatrice del carcere, un magistrato di sorveglianza, la madre di una persona detenuta, una catechista, un frate volontario, un agente di Polizia Penitenziaria e un sacerdote accusato e poi assolto definitivamente dalla giustizia dopo otto anni di processo ordinario.
«Cristo, nella sua vita, ha scelto e voluto stare con gli ultimi: ha percorso le periferie dimenticate del mondo in mezzo a ladri, lebbrosi, prostitute, imbroglioni.
Ha voluto condividere miseria, solitudine, turbamento. Ho sempre pensato – queste le parole di uno di loro – fosse questo il vero senso di quelle sue parole: “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi”» (Mt 25,36).
Via Crucis: la “croce” dei medici e degli infermieri
A passarsi oggi la croce, lungo l’itinerario segnato dalle fiaccole, anche alcuni medici e infermieri del Fondo assistenza sanitaria del Vaticano e due medici del Policlinico Agostino Gemelli in rappresentanza del personale sanitario che in questi giorni sta vivendo una quotidiana Via Crucis in prima linea al fianco degli ammalati.
Sono stati ancora una volta loro, i medici, al centro delle preghiere di Papa Francesco. Proprio oggi in una telefonata a sorpresa a Lorena Bianchetti nel corso della trasmissione “A sua immagine” in onda su Rai Uno, il Pontefice ha detto: «In questo momento penso al Signore crocifisso e le tante storie degli uomini crocifissi da questa pandemia. Penso ai medici, agli infermieri, suore, sacerdoti, morti al fronte come soldati. Hanno dato la vita per amore.
Resistenti come Maria sotto le croci, loro e le loro comunità negli ospedali, curando gli ammalati. Oggi ci sono crocifissi che muoiono per amore».
«In questo periodo di tribolazione – ha aggiunto nel pomeriggio il Santo Padre pregando alla presenza del Crocifisso di San Marcello al Corso durante la celebrazione della Passione del Signore – fa’ che ciascuno trovi conforto nella tua misericordia».
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