Robert Cheaib: avventura e sventura dell’alterità
Scritto da Francesco_i il 14 Aprile 2020
Robert Cheaib: lo sforzo di cambiare prospettiva
Oggi vi racconto una barzelletta.
Il programma del mattino in TV viene interrotto da un annuncio urgente: “Un pazzo sta percorrendo contro mano e ad alta velocità la SS2, mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri”. La notizia allarmante lo è ancora di più per Anna, poiché si tratta della strada che suo marito percorre ogni mattina e che sta percorrendo proprio ora per andare al lavoro.
Prende subito il telefono per avvertire Luca: “Amore! Amore! Grazie al Cielo che hai risposto. Ti prego, stai molto attento!“-“Perché?“- “Sulla strada dove sei ora c’è un matto che sta andando contro mano. L’hanno appena detto in TV“-“Eh, tesoro mio, la TV non dice mai le cose come sono. Un pazzo solo? Ne avrò sorpassati almeno centocinquanta. Ti saluto ora, mi devo concentrare sulla guida. Qui sembra una gabbia di matti“.
Quant’è difficile mettere in discussione la propria prospettiva e vedere il mondo da quella di un altro. Tutti guardiamo l’universo, il mondo, le situazioni e quindi anche la nostra coppia, dal nostro punto prospettico.
È fisiologico e più che naturale vedere le cose dal punto dove siamo. Dobbiamo muoverci, fare uno sforzo per vedere le cose dalla prospettiva dell’altro.
Robert Cheaib: osare l’alterità
Osare l’alterità, osare una prospettiva diversa, è una grande impresa che richiede umiltà, coraggio, pazienza, ascolto e tanto amore.
Un detto anglosassone afferma che non bisogna giudicare una persona prima di aver percorso un miglio con le sue scarpe.
Ora, per fare un miglio con le scarpe di qualcun altro, devo prima di tutto togliere le mie, facendo lo sforzo del distacco difficile dalla mia soggettività.
Naturalmente tutti abbiamo questa filosofia di vita: secondo me è come dico io. E’ probabilmente la condizione psichica per mantenere la nostra sanità mentale.
Se avessimo il contraddittorio perennemente installato nel cervello, saremmo una di queste cose: schizofrenici, matti, indecisi o filosofi.
Ora, nella vita di coppia abbiamo l’altro e il contraddittorio di fronte a noi. La speranza, che è l’ultima a morire, è che il contraddittorio abbia orari di lavoro ridotti e rispetti la chiusura nelle festività comandate.
Robert Cheaib: la via della comprensione reciproca
Ad ogni modo, l’altro ci obbliga a vivere l’avventura e lo sforzo di vivere sé come l’altro e viceversa. È la via della vera comprensione reciproca.
Quando senti in separata sede la lettura di una relazione problematica tra due persone, ti senti in obbligo ad avviare la causa di canonizzazione per il tuo interlocutore del momento. Il problema è che entrambi i partner, ascoltati ognuno in separata sede, sono crocifissi dall’altro.
Per noi umani l’oggettività non è la regola ma, ahinoi, l’eccezione. Non vediamo la realtà com’è ma come noi siamo.
Essere oggettivi verso noi stessi e soggettivi verso gli altri
Kierkegaard raccomandava di rovesciare quest’impostazione naturale con un innaturale, o io direi soprannaturale, atteggiamento; ed è questo: essere oggettivi verso noi stessi e soggettivi verso gli altri.
Il viaggio dell’alterità non è così evidente, è un’avventura impegnativa, è una decisione. Per questo spesso ci si limita ad amarsi nell’altro, ad amare la nostra idea che proiettiamo sull’altro, non l’altro.
Chi non osa l’avventura dell’alterità vive la sventura dell’estraneo, di quel “tu” che si frappone fra l’io e la sua proiezione.
(Trascrizione del testo a cura di Antoine Ruiz)
Ascolta l’ottava puntata del “Gioco dell’amore” con Robert Cheaib