Robert Cheaib: cosa si intende per educazione narrativa?
Scritto da Redazione il 19 Aprile 2020
Robert Cheaib: in questa settimana puntata di “Educare i figli alla fede” parliamo di educazione narrativa, che cosa si intende?
Dopo aver affrontato l’educazione preventiva e quella feriale, passiamo alla terza delle nostre riflessioni in merito all’educazione, ovvero quella narrativa. In tutto sono cinque le nostre riflessioni sull’educazione: preventiva, feriale, narrativa, responsabile e responsabilizzante.
Venendo da un mondo accademico alquanto arido, vi confesso che avevo dimenticato le narrazioni, l’importanza delle storie nella mia vita personale e nella relazione educativa con i miei figli. Nelle nostre chiacchierate serali, però, ho scoperto che ai miei figli non interessava parlare di concetti ma quando raccontavo loro una storia che poteva essere biblica o proveniente dalla mitologia antica o dalla mia vita personale, ne rimanevano attratti. Ricordo ancora il giorno in cui eravamo nel traffico e per non farmi distruggere la macchina, visto che si erano un po’ agitati, ho iniziato a raccontare loro una storia biblica, quella di Elia, che si presta molto alla narrazione. Siamo andati avanti con questa storia e senza accorgercene era finito il traffico e tutta quella traversata. Stavo per fermarmi e spegnere la macchina quando ho chiesto loro se preferivano parlare di cose come l’amicizia, il gioco, i bulli (tutti gli argomenti che ogni tanto tirano fuori) oppure di storie?
Tutti e tre i miei figli hanno detto che a loro piacciono le storie. Ho chiesto allora il perché e il più grande mi ha risposto che le storie fanno pensare.
Robert Cheaib: recuperare le narrazioni nell’educazione con i figli
Mi ha immediatamente fatto fare un collegamento con un grande filosofo francese, Paul Ricoeur, il quale afferma che il simbolo ci fa pensare, ci dà da pensare e per questo dobbiamo recuperare le narrazioni nell’educazione dei figli e della gioventù. Non bisogna disprezzare l’educazione narrativa. È proprio il luogo in cui entrano le visioni nella nostra vita. La storiella non ci trasmette solo cose ludiche o bambinesche ma anche valori grandissimi attraverso strumenti semplici e adattabili a tutti. Non a caso i grandi maestri della storia erano maestri di narrazione. Naturalmente per noi il più grande è Gesù ma pensate anche a Platone, ad Esopo, a tutte queste persone che sono rimaste nella storia o a figure più moderne come Andersen, Molière e tanti altri che, attraverso la narrazione, ci hanno lasciato una grande eredità, anche concettuale. Sono stati maestri attraverso l’immagine perché hanno capito che proprio grazie all’immagine un concetto resta più impresso nel cuore, nella mente e nella vita.
(Trascrizione del testo a cura di Antoine Ruiz)