Poveri e ammalati: De Donatis, “Ci vuole un supplemento di misericordia”
Scritto da Valeria De Simone il 20 Settembre 2019
Poveri e ammalati: “Un di più di misericordia”
«La povertà e la malattia non riguarda un gruppo ristretto di persone. È interesse di tutti». Per ascoltare poveri e ammalati «ci vuole un di più di misericordia. Un supplemento». È il messaggio che il cardinale vicario, Angelo De Donatis, ha consegnato a tutti gli operatori pastorali dediti al servizio dei poveri e ammalati presenti ieri al terzo incontro di inizio anno pastorale.
«Ascoltando – ha precisato il cardinale vicario – un grido, a volte silenzioso. Mettendoci non dietro la scrivania, ma accanto, fosse anche la strada. Occorre – ha detto citando don Andrea Santoro – un viaggio tra gli uomini.
È un ascolto che «oltre alla cura, alla competenza, alla responsabilità, esige la dedizione: tanta compassione e tanta tenerezza».
In questo senso, «i nostri centri di ascolto sono chiamati ad assere ancora di più tali. Non uffici di collocamento. Ma di accompagnamento e accoglienza della persona».
Poveri e ammalati, ascolto: vivere in profondità le relazioni
Come ci insegna Papa Francesco, ha ricordato De Donatis, ai poveri »non va offerto solamente qualcosa ma amicizia».
«Non basta celebrare una volta l’anno la Giornata mondiale del malato e del povero». Occorre, inoltre, «il coraggio della fede per rimanere fedeli in queste realtà ordinarie, quotidiane. Occorre tanta compassione. L’ascolto è questo. Vivere è questo: percepire la profondità delle relazioni».
Ascolta l’intervento integrale del cardinale vicario Angelo De Donatis:
Poveri e ammalati: le testimonianze
A precedere l’intervento del cardinale un momento intenso di ascolto di storie di vita. Si sono ricordate le oltre 7000 persone che vivono per strada, le 13.000 che vivono in rifugi di fortuna, in palazzi e capannoni occupati, abbandonati e degradati, o che vivono il
dramma degli sfratti.
Ci si è soffermati sulle centinaia di persone che vivono il barbonismo domestico, la moltitudine di giovani che si è autoesclusa dal mondo e su tutti coloro che finiscono vittime di associazioni criminali dedite alla droga o alla prostituzione.
Nelle preghiere anche il «dramma dei malati inchiodati sul letto del loro dolore».
Storie di vita
Infine, quattro storie di vita, simbolo del grido dei poveri e degli ammalati di Roma. Floriana, espressione del mondo della Pastorale della salute, ha raccontato la malattia dei genitori. Una storia di amore, fatta di cura e premura, nel dolore.
Poi, due persone seguite dagli operatori della Caritas di Roma, hanno raccontato di solitudine e di notti passate per strada. Per concludere la testimonianza del giovane siriano Jafar, rifugiato politico arrivato in Italia grazie ai corridoi umani della Comunità di Sant’Egidio.
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