Pasqua, Papa: “La speranza è un contagio che si trasmette da cuore a cuore”
Scritto da Valeria De Simone il 12 Aprile 2020
Pasqua: il “contagio” della speranza
«Oggi riecheggia in tutto il mondo l’annuncio della Chiesa: Gesù Cristo è veramente risorto. Come una fiamma nuova questa buona notizia si è accesa nella notte di un mondo già alla prese con sfide epocali e ora oppresso dalla pandemia. La speranza è un contagio che si trasmette da cuore a cuore».
È il messaggio di Pasqua di Papa Francesco rivolto al mondo, collegato da radio e tv, prima di concedere l’indulgenza plenaria e impartire la Benedizione Urbi et Orbi. Pronunciato non dalla Loggia centrale, come di consueto, ma dai cancelli della Confessione della Basilica Vaticana, arriva al termine di una Messa ancora una volta senza fedeli e priva del “Resurrexit”, l’antico rito della testimonianza di fede di fronte all’icona del Santissimo Salvatore, ripristinato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000.

Foto di Alessia Torregrossa
Parole di speranza, di nuovo. «Stanotte – aveva detto il Santo Padre durante la Veglia di Pasqua ieri a San Pietro – conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza, con un sorriso di passaggio. No. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli.
“Tutto andrà bene”, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita».
Pasqua: non è tempo di indifferenza
Il pensiero del Papa va ancora ai malati, a coloro che hanno perso una perso una persona cara a causa della pandemia, ai medici e agli infermieri. A chi è nelle carceri, agli anziani e a tutti coloro che vivono una Pasqua solitudine. A quanti vivono i disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici.
«Non è questo il tempo dell’indifferenza, degli egoismi, delle divisioni, della dimenticanza. La sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti. Non siano lasciati soli i più deboli, i poveri, i senzatetto, i profughi coloro che popolano le periferie».
«Non si perda occasione di dare ulteriore prova di solidarietà ricorrendo a soluzioni innovative», questo poi l’invito all’Europa. Ma anche al mondo. Troppi ancora, ha ricordato Francesco, i conflitti e le tensioni, dalla Siria, all’ Iraq, dall’ Ucraina, a Israele, dall’ Africa al Venezuela.
«Indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo. – ha concluso il Papa – Vogliamo bandirle da ogni tempo. Esse sembrano prevalere quando in noi vincono la paura e la morte, cioè quando non lasciamo vincere il Signore Gesù nel nostro cuore e nella nostra vita. Egli, che ha già sconfitto la morte aprendoci la strada dell’eterna salvezza, disperda le tenebre della nostra povera umanità e ci introduca nel suo giorno glorioso che non conosce tramonto».
Il messaggio integrale di Papa Francesco
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