Papa a Casal Bertone: “Dire e dare” in una Roma affamata d’amore e di cura
Scritto da Redazione il 24 Giugno 2019
Papa a Casal Bertone: Messa del Corpus Domini a Santa Maria Consolatrice
Casal Bertone, quartiere nella periferia est di Roma, ha accolto ieri, nella solennità del Corpus Domini, Papa Francesco. Il Santo Padre ha celebrato la Messa sul sagrato della parrocchia di Santa Maria Consolatrice.
Al termine, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha guidato la processione con il Santissimo Sacramento a cui hanno partecipato, tra gli altri, i vescovi ausiliari di Roma.

Foto pagina Facebook della Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice
Papa a Casal Bertone: «Dire e benedire»
Due, ha sottolineato il Pontefice nel quartiere in festa, sono i verbi essenziali per la vita di ogni giorno: dire e dare. Tutto parte dalla benedizione: «le parole di bene generano una storia di bene». Lo stesso, ha ricordato Francesco, accade nel Vangelo: «prima di moltiplicare i pani, Gesù li benedice: prese i cinque pani, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli (Lc 9,16). La benedizione fa di cinque pani il cibo per una moltitudine: fa sgorgare una cascata di bene.
Perché benedire fa bene? Perché è trasformare la parola in dono. Quando si benedice, non si fa qualcosa per sé, ma per gli altri. Benedire non è dire belle parole, non è usare parole di circostanza: no; è dire bene, dire con amore».
In questo senso, ha messo in evidenza il Papa, l’Eucaristia è una scuola di benedizione. «Dio dice bene di noi, suoi figli amati, e così ci incoraggia ad andare avanti. E noi benediciamo Dio nelle nostre assemblee (cfr Sal 68,27), ritrovando il gusto della lode, che libera e guarisce il cuore. Veniamo a Messa con la certezza di essere benedetti dal Signore, e usciamo per benedire a nostra volta, per essere canali di bene nel mondo».
Oggi, però, accade spesso il contrario: si maledice, si disprezza, si insulta. «Presi da troppa frenesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su tutto e tutti. Spesso purtroppo chi grida di più e più forte, chi è più arrabbiato sembra avere ragione e raccogliere consenso. Non lasciamoci contagiare dall’arroganza, non lasciamoci invadere dall’amarezza, noi che mangiamo il Pane che porta in sé ogni dolcezza».
Papa a Casal Bertone: l’importanza della condivisione
Il secondo importante verbo è dare. Gesù, dopo aver recitato la benedizione, dava il pane perché fosse distribuito, «svelandone così il significato più bello: il pane non è solo prodotto di consumo, è mezzo di condivisione. Infatti, sorprendentemente, nel racconto della moltiplicazione dei pani non si parla mai di moltiplicare. Al contrario, i verbi utilizzati sono “spezzare, dare, distribuire” (cfr Lc 9,16). Insomma, non si sottolinea la moltiplicazione, ma la con-divisione».
Gesù, ha spiegato Francesco «non fa una magia, non trasforma i cinque pani in cinquemila per poi dire: “Adesso distribuiteli”. No. Gesù prega, benedice quei cinque pani e comincia a spezzarli, fidandosi del Padre. E quei cinque pani non finiscono più. Questa non è magia, è fiducia in Dio e nella sua provvidenza […] Non avere, ma dare è il verbo di Gesù».
«L’amore fa grandi cose con le piccole cose. L’Eucaristia ce lo insegna: lì c’è Dio racchiuso in un pezzetto di pane. Semplice, essenziale, Pane spezzato e condiviso».
Roma “affamata” di amore e di cura
Da qui il messaggio a Roma, «città affamata di amore e di cura, che soffre di degrado e abbandono». Davanti a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà, a giovani che stentano a guadagnarsi il pane e ad alimentare i sogni, «il Signore ti dice: “Tu stesso da’ loro da mangiare”. Il tuo poco è tanto agli occhi di Gesù se non lo tieni per te, se lo metti in gioco. Anche tu, mettiti in gioco. E non sei solo: hai l’Eucaristia, il Pane del cammino, il Pane di Gesù.
Il Signore viene sulle nostre strade per dire-bene, dire bene di noi e per darci coraggio, dare coraggio a noi. Chiede anche a noi di essere benedizione e dono».
(Omelia integrale del Santo Padre)
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