Ordinazione episcopale Feroci, De Donatis: “Dono per la Chiesa di Roma”
Scritto da Valeria De Simone il 15 Novembre 2020
Ordinazione episcopale Feroci: l’instancabile condivisione del talento
Talento, gratitudine, restare. Sono le tre parole chiave che oggi, nella Giornata mondale dei Poveri, hanno fatto da sfondo all’ordinazione episcopale di monsignor Enrico Feroci che prende il titolo di Passo Corese e Sant’Antimo.
«Il talento che il Padre ci affida – ha sottolineato il cardinale vicario Angelo De Donatis che ha presieduto la celebrazione al Santuario del Divino Amore – è la nostra stessa vita.
“Io sono un dono di Dio” ci aiuta a mettere da parte la paura che nasce dal credere che la vita sia una sorta di debito. Il talento che Dio ci consegna è l’amore che ha per noi. Il suggerimento è di uscire dalla logica del possesso ed entrare nella matematica della condivisione.
Come non pensare – ha detto il cardinale a monsignor Enrico Feroci sottolineandone “l’ instancabile condivisione del suo talento”- a quanto hai preso sul serio questa parabola nella tua vita. Ripenso ai tuoi numerosi incarichi: il servizio ai seminari romani maggiore e minore, l’impegno nelle parrocchie di San Frumenzio e Sant’Ippolito, nella Caritas di Roma, al Divino Amore», l’amicizia con don Andrea Santoro.
Ordinazione episcopale Feroci: De Donatis: “Resta legato al Signore”
De Donatis ha poi messo in evidenza la gratitudine. «Ci stringiamo a te per ringraziare al Signore per il dono che sei per la Chiesa di Roma e per il nuovo incarico a cui ti ha chiamato, per le lacrime che hai asciugato, per la disponibilità ostinata a farti parola per i più poveri, per l’accoglienza di sfide non facili, per riconoscerti strumento nelle Sue mani.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, ha ancora sottolineato il cardinale vicario citando Giovanni. «Resta legato al Signore – è l’invito di De Donatis al nuovo vescovo che il prossimo 28 novembre sarà creato cardinale da Papa Franceco. – Che sia lui a indicarti la strada giorno dopo giorno, resta in quella disponibilità quotidiana, semplice, nell’accompagnare il malcapitato alla locanda come il samaritano, di accompagnare il Signore a Gerusalemme, di accompagnare Maria incinta del Suo figlio nelle strade del mondo».