Missione, De Donatis: “Non è importante dove si va, ma essere con Lui”
Scritto da Valeria De Simone il 30 Ottobre 2020
Missione: è l’incarico di farsi come Gesù, pazienti tessitori di fraternità
«Ecco, manda me». La risposta di Isaia a Dio è quella «di tutti coloro che hanno preso coscienza del loro essere battezzati e inviati» ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis, celebrando, ieri, a San Giovanni in Laterano, la veglia missionaria diocesana.
Non solo. «Il mandato che Gesù affida a Bartimeo, guarito dalla cecità, è affidato a ogni cristiano chiamato a diventare sempre più discepolo missionario. Gesù – ha precisato il vicario – non dà a Bartimeo solo il dono della vista ma il dono di una relazione che lo salva. La guarigione di Bartimeo si
trasforma in una esperienza di salvezza per la fede e la nuova possibilità di vedere si realizza in una nuova condizione di vita».
«La missione è l’incarico di farsi come Gesù: pazienti tessitori di fraternità, testimoni della venuta del Regno. La missione è risposta libera, consapevole, alla chiamata di Dio che possiamo percepire solo con un rapporto di amore verso Gesù vivo».
Ecco, manda me è da intendersi, ha sottolineato ancora De Donatis, «non in astratto, ma nell’oggi della Chiesa, della storia. Non è importante dove si va, ma essere con Lui. Lo stare con Lui ci permette di essere in qualsiasi posto».
Tessere pazientemente la fraternità è dunque l’invito del cardinale vicario, sulla scia di quanto affermato da Papa Francesco in Fratelli tutti.
«Capire cosa ci stia dicendo Dio diventa – alla luce del tempo attuale, segnato dalla pandemia – una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura e l’isolamento ci interpellano, per questo ciascuno, secondo la propria vocazione, è chiamato a dare una risposta».
Missione: le testimonianze
A ricevere ieri il mandato missionario una laica della parrocchia Santa Maria Goretti, due Battistine della congregazione delle Suore di San Giovanni Battista che partiranno per Haiti, un frate Minore Conventuale che opererà a Cuba. Tra loro anche don Alfredo De Marsico, 58 anni, sacerdote della diocesi di Roma fidei donum in Messico, che ha dato ieri la sua testimonianza.
Una famiglia romana borghese, ma dove non si respirava la differenza di classe, una fidanzata, una laurea in legge.
Dall’allontanamento dalla fede alla scoperta della Sindone e di Charles de Foucauld, all’incontro con un sacerdote e con il cammino Neocatecumenale fino a quando si è acceso il fuoco della Missione. «Perché non far conoscere Dio a tutti, far sapere che ama i peccatori? – si è chiesto don Alfredo – Sono sicurissimo quando Dio dice: Andate, io sarò in mezzo a voi».
A condividere la sua esperienza anche Suor Anna Maria Panza missionaria dell’Immacolata del Pime, impegnata per molti anni in Bangladesh. La carità, il servizio, il perno attorno a cui ha ruotato la sua vita di missionaria fatta di incontri con i giovani, con i malati e i fedeli di altre religioni. «Ringrazio il Signore Gesù – queste le sue parole -per i tanti incontri che mi hanno rimandato a Lui. È cresciuto il desiderio di conoscerlo di più e meglio».
Ordo Virginum, Diocesi di Roma: cinque nuove consacrate
Sono Paola Zallocco, Alessandra Medici, Rosaria Piazza, Chiara d’Onofrio e Lucrezia Malena invece le cinque giovani donne che domani, sabato 31 ottobre, entreranno ufficialmente nell’Ordo Virginum della diocesi di Roma. A presiedere il rito di consacrazione, alle 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis.
Si aggiungono alle 50 attualmente presenti. Altre 20 sono quelle ancora in formazione.