Matteo Zuppi, l’abbraccio di Roma al nuovo cardinale
Scritto da Valeria De Simone il 7 Ottobre 2019
Matteo Zuppi: l’abbraccio di Roma
Da quattro anni alla guida della Chiesa di Bologna, è arrivato a Roma con un treno carico di pellegrini che lo hanno seguito fino alla Basilica di San Pietro. Lì, Papa Francesco lo ha creato cardinale assegnandogli il titolo della chiesa di Sant’Egidio. Matteo Zuppi torna, così, a essere “parroco” della sua città.
Sempre accanto agli ultimi, agli “scartati”, impegnato per la pace in Mozambico con la comunità di Sant’Egidio, ha celebrato, la sera stessa di sabato 5 ottobre, la sua prima Messa da porporato a Santa Maria in Trastevere. Ad accoglierlo gli amici e i suoi fedeli di sempre ma anche tantissimi romani che lo hanno conosciuto, per i più svariati motivi, nel corso degli anni.
Matteo Zuppi: la gioia della Chiesa-comunità
«Oggi possiamo vedere la gioia di essere tanti pezzi della vita, di questo ‘noi’ che è la comunione» ha detto il neocardinale Matteo Zuppi durante l’omelia. «La comunione valorizza tutti e tutti fa crescere.
E Gesù unisce ognuno in un ‘insieme’. Oggi la gioia nasce dall’essere una Chiesa-comunità, dove nessuno è estraneo e tutti sono importanti».
Una Chiesa che è «continuità e tradizione» in cui, ha precisato il cardinale, «bisogna mettersi con compassione, a mostrare la presenza del Signore».
La compassione, un requisito essenziale
Ed è proprio la «compassione ricevuta da Dio e da donare ai fratelli», il requisito essenziale che Papa Francesco ha indicato ai tredici nuovi cardinali, creati sabato pomeriggio, per il proprio ministero.
«Chiediamo la grazia di un cuore compassionevole, per essere testimoni di Colui che ci ha guardato con misericordia».
Non si tratta, ha fatto presente il Santo Padre, «di una cosa facoltativa e nemmeno di un consiglio evangelico». Al contrario «di un requisito essenziale. Se io non mi sento oggetto della compassione di Dio, non comprendo il suo amore».
«Concretamente – ha aggiunto Francesco – : ho compassione per quel fratello, per quel vescovo, quel prete? Oppure sempre distruggo con il mio atteggiamento di condanna, di indifferenza, di guardare da un’alta parte, in realtà per lavarmene le mani?».
Gli altri cardinali
Oltre a Matteo Zuppi, unico italiano, altri 9 i cardinali che, creati lo scorso 5 ottobre, potranno eleggere il Pontefice in Conclave. Si tratta di Miguel Angel Ayuso Guixot (Presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso), José Tolentino Medona (Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa), Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo (arcivescovo di Jakarta). E ancora Juan de La Caridad Garca Rodrguez (arcivescovo di San Cristbal de La Habana), Fridolin Ambongo Besungu (arcivescovo di Kinshasa), Jean-Claude Hllerich (arcivescovo di Lussemburgo). Ci sono poi Alvaro Ramazzini Imeri (vescovo di Huehuetenamgo), Cristobal Lopez Romero (arcivescovo di Rabat), Michael Czerny (sottosegretario della sezione migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale).
Tre, inoltre, i cardinali non elettori perché ultraottantenni: Michael Louis Fitzgerald (arcivescovo emerito di Nepte), Sigitas Tamkevicius (arcivescovo emerito di Kaunas), Eugenio Dal Corso (vescovo emerito di Benguela).