Divina Misericordia, Papa: “Per il domani di tutti, no al virus dell’egoismo”
Scritto da Valeria De Simone il 19 Aprile 2020
Divina Misericordia: «Dio non si stanca di tenderci la mano»
Cosa fa Gesù di fronte all’incredulità dei discepoli che hanno trascorso una settimana nel timore? «Ritorna e ripete lo stesso saluto. “Pace a voi”. Tutto ricomincia dalla misericordia fedele e paziente». Sono le parole di Papa Francesco che questa mattina, nella Domenica della Divina Misericordia, ha presieduto la Santa Messa, ancora una volta a porte chiuse, nel Santuario di Santo Spirito in Sassia, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro.
Lì dove San Giovanni Paolo II benedì l’immagine di Gesù misericordioso dal cui cuore trafitto si diramano «due fasci di luce che illuminano il mondo» così come Suor Faustina Kowalska, di cui il 30 aprile ricorre il ventesimo anniversario della canonizzazione, l’aveva visto nelle sue visioni mistiche.
Ai discepoli che erano feriti dentro, ha precisato Francesco, «Gesù mostra le sue piaghe. Dio non si stanca di tenderci la mano. È così che dobbiamo vederlo, non come un padrone con cui regolare i conti, ma come un papà che ci fa rialzare.
Nella vita andiamo avanti a tentoni, come un bambino che inizia a camminare, ma cade. Dio sa che senza misericordia restiamo a terra».
Divina Misericordia: «No al virus dell’egosimo indifferente»
Il Santo Padre ha posto l’accento su Tommaso, l’apostolo «che non crede finché non vede». «Nella festa della Divina Misericordia l’annuncio più bello – ha sottolineato Francesco – giunge attraverso il discepolo arrivato più tardi. Mancava solo lui, Tommaso. Ma il Signore lo ha atteso. La misericordia non abbandona chi rimane indietro»,
Un monito per vivere al meglio anche questo tempo di pandemia. Il rischio, infatti, è quello di imbatterci in un altro virus: l’egoismo indifferente. Non dobbiamo «scartare i poveri, immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Scopriamo di essere come dei bellissimi cristalli, fragili e preziosi al tempo stesso. E se, come il cristallo, siamo trasparenti di fronte a Lui, la sua luce, la luce della misericordia, brilla in noi e, attraverso di noi, nel mondo».
Santa Faustina, ha ricordato il Pontefice, dopo aver incontrato Gesù, scrisse: «In un’anima sofferente dobbiamo vedere Gesù Crocifisso e non un parassita e un peso».
Dunque è tempo «di risanare le ingiustizie. Cogliamo questa prova come un’opportunità per preparare il domani di tutti. Oggi l’amore disarmato e disarmante di Gesù risuscita il cuore del discepolo. Anche noi, come l’apostolo Tommaso, accogliamo la misericordia, salvezza del mondo. E usiamo misericordia a chi è più debole: solo così ricostruiremo un mondo nuovo».
L’omelia integrale di Papa Francesco nella Domenica della Divina Misericordia