Diocesi di Roma, De Donatis al clero: “A tu per tu con le famiglie”
Scritto da Valeria De Simone il 28 Settembre 2020
Diocesi di Roma: De Donatis, “Far diventare normale l’amore”
«Puntiamo sulle famiglie che», durante il lockdown, hanno mostrato non solo le loro fragilità ma anche «il loro volto di chiese domestiche». È l’invito rivolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis al clero nel secondo incontro, oggi, di avvio anno pastorale della Diocesi di Roma.
«La questione è l’evangelizzazione dei giovani e degli adulti. Non farlo, ha sottolineato il cardinale, significherebbe accontentarsi di scelte di corto respiro non più adatte per l’oggi, immaginiamoci per il futuro».
«Siamo in una barca in un mare in tempesta», ma «il Signore ci sta portando sull’altra riva. Respiriamo lo Spirito Santo che il Signore soffia su di noi».
In questo tempo di pandemia «nulla è come prima, qualcosa è cambiato dentro di noi. Non possiamo rinchiuderci, dobbiamo trovare nuove modalità di dialogo e incontro: “il tu per tu”. Se con questo metodo il numero delle persone si riduce, l’incontro però acquista un di più in qualità e profondità. Gli altri non sono folla anonima, ma tanti tu amati dal Signore».
Il compito per questo nuovo anno pastorale, fondato sui verbi respirare, uscire, incontrare, abbracciare, è dunque quello di incontrare le famiglie e i ragazzi nei loro ambienti di vita, farsi vicini a poveri e agli ammalati. «Nulla di differente rispetto a prima», ricorda il cardinale, ma con un nuovo stile: «far diventare normale l’amore, l’amore di amicizia, l’umiltà interiore».
Un amore che «fa cadere le critiche, le obiezioni, disattiva il meccanismo perverso dell’affermazione di sé e del proprio gruppo favorendo l’incontro vero, il dialogo autentico senza inquinamenti».
L’intervento integrale del cardinale vicario
Diocesi di Roma: una pastorale audace e senza timori
«Serve un cristianesimo dell’innamoramento, dell’amicizia, di chi è pieno dello Spirito» è il messaggio lanciato ancora, in apertura dell’incontro di questa mattina, dal teologo don Armando Matteo.
«In ogni epoca quello che noi, come Chiesa, facciamo è donare il Signore Gesù, è la pastorale. Donare il “cibo” perché tutti possano avere una vita buona».
Il covid, ha sottolineato don Armando, ha aperto due luci: «vedere che le famiglie avevano bisogno di pregare e che in passato le abbiamo lasciate sole».
Occorre, ha aggiunto citando Papa Francesco, «avere il coraggio di fare una pastorale evangelizzatrice audace e senza timori, perché l’uomo, la donna, le famiglie e i vari gruppi che abitano la città aspettano da noi, e ne hanno bisogno per la loro vita, la Buona Notizia che è Gesù e il suo Vangelo».
«È necessario sostenere le famiglie», ha ribadito ancora il vicegerente della Diocesi di Roma, monsignor Gianpiero Palmieri, che ha chiuso l’incontro. Ma anche i presbiteri e le èquipe pastorali, la parte operativa.
Ascolto attento, entrare in relazione, riflessione in maniera comunitaria, scelta delle proposte si confermano i punti chiave del nuovo anno pastorale. Tra gli strumenti una mappatura parrocchiale per leggere il quartiere, cogliere le criticità ed entrare in dialogo con gli abitanti.