Combattere l’idolatria. Diario di bordo
Scritto da Francesco_i il 13 Febbraio 2020
Combattere l’idolatria, Diario di bordo – Dostoevskij diceva: “Vivere senza Dio è un tormento. L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l’uomo rifiuta Dio, s’inginocchia davanti ad un idolo. In un certo senso siamo tutti idolatri, più che atei”.
A pensarci bene quest’affermazione è vera. Non possiamo non inginocchiarci davanti a qualcuno. Se non seguiamo Dio, dobbiamo seguire qualcos’altro che ha i suoi dogmi, le sue liturgie, i suoi riti.
Pensiamo ad esempio all’atto di servire i soldi, un’azione che ha i suoi riti. Portarsi il bancomat sempre dietro significa controllare il conto e anche questo richiede un servizio. C’è chi ad esempio ha il vizio di guardare sempre whatsapp. Quest’abitudine è una schiavitù perché richiede dei tempi, cattura la mente, gli occhi, le orecchie. Ci sono tante schiavitù, tante idolatrie. Non esistono persone atee che non si inginocchino davanti a qualcosa o a qualcuno.
Combattere l’idolatria: quali sono i miei idoli?
La domanda che possiamo farci è la seguente: qual è il mio idolo? Anche se siamo credenti, non è detto che siamo monoteisti, cioè che crediamo in un solo Dio, anche quando ci troviamo a messa e diciamo “il credo” ma siamo comunque politeisti. Crediamo sì in Dio (andiamo a messa, diciamo qualche volta il rosario) ma abbiamo anche altri dei che serviamo quotidianamente nella nostra giornata.
Chiediamoci quindi quali siano questi dei e quali liturgie osserviamo per servirli e idolatrarli, quali riti facciamo ogni giorno. Ricordiamoci che il popolo d’Israele ha combattuto tantissimo contro l’idolatria, contro il politeismo e che sebbene non fosse inizialmente monoteista, poiché immerso nella cultura del tempo, ha però poi compreso che esisteva solamente un unico Dio. Lavoriamo oggi su questo e cerchiamo di cacciare gli dei che ci rendono schiavi, perché solo Dio vuole renderci liberi
Ascolta la puntata odierna a cura di Simona Panico