Centro Oratori Romani, De Donatis: “Siate alleati delle parrocchie”
Scritto da Valeria De Simone il 6 Novembre 2020
Centro Oratori Romani: De Donatis, “Uscire dai recinti”
«Possano quelle parrocchie che non hanno ancora l’oratorio e non sanno come prendersi cura dei loro piccoli, trovare in voi alleati preziosi, fratelli e sorelle che hanno a cuore che Cristo sia annunciato e conosciuto». È l’augurio del cardinale vicario, Angelo De Donatis, per il nuovo anno pastorale del Centro Oratori Romani.

Foto Centro Oratori Romani
«L’attenzione del Pastore verso la pecora possa spingerci ad uscire dai recinti per annunciare Cristo a coloro che ancora non lo conoscono» ha ribadito il cardinale che ha celebrato la Messa solenne nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio. Proprio nella chiesa al Quadraro si trovano le spoglie mortali del Servo di Dio, Arnaldo Canepa che ha fondato l’associazione 75 anni fa.
Centro Oratori Romani: Lo Bascio, “C’è ancora bisogno dell’oratorio”
«C’è ancora bisogno di lasciare tutto per la pecorella smarrita. C’è ancora bisogno dell’oratorio a Roma» queste ancora le parole del presidente del Centro Oratori Romani, David Lo Bascio, che ha messo in evidenza il processo di rinnovamento che è in corso nell’associazione. ‘Cambia l’Aria, Arriva l’Oratorio’ è infatti il tema portante di quest’anno dietro cui si cela «un desiderio di spogliarsi di tutto ciò che non serve, di tutto ciò che è autoreferenziale, e che ci impedisce di correre fuori verso i mille ragazzi che attendono ancora una parola, un esempio e una speranza».
In questo periodo di difficoltà legata all’emergenza sanitaria, ha fatto ancora presente Lo Bascio, «questa Eucaristia ha per noi il sapore agrodolce del Mistero Pasquale: se su un versante sperimentiamo tutta la fatica del Calvario – che non è solo figlia dell’epidemia, ma più in generale del nostro impegno tante volte disistimato o frainteso – dall’altro intravediamo le luci della Resurrezione”.
«Quello che per Canepa fu il Quadraro – ha concluso il presidente del COR – oggi sono per noi gli infiniti quartieri di questa città. C’è ancora bisogno di seminarli tutti della misericordia di Dio».